Mai nella mia vita avrei pensato di sentirmi così, un'immigrante come un'altra.
Fino all'ultimo pensavo, vabbè dai ma cosa vuoi che sia se mi scade il timbro sul passaporto? La presunzione di provenire da un paese del primo mondo ti fa sentire sempre protetto, o almeno ti fa pensare che non ti dovrai sporcare le mani come qualunque peruviano o boliviano.
E invece no.
Come quando sulla strada per andare a scuola passavo davanti alla questura e vedevo le file interminabili di stranieri che aspettavano dall'alba per farsi probabilmente dire da un polizziotto maleducato che le carte non erano tutte, che mancava questo o quell'altro documento, e provavo pena per loro ma una pena distante, di chi sa che non sarà mai in quella condizione.
Ora io mi ritrovo da più di un mese a cercare di fare tutte le carte per essere messa in regola e poter firmare il mio contratto di lavoro, e ogni volta che mi sembra di fare un passo avanti scopro un nuovo documento che mi manca.
E aspetto ore negli uffici, soprattutto per ottenere ciò che in apparenza è la cosa più semplice, INFORMAZIONI.
Eh sì, perchè è tutto lì il giochino: non sapere mai con chiarezza tutto quello che vogliono.
E dunque mi trovo per la terza volta nello stesso ufficio per sentirmi dire che se voglio il mio documento devo tornare magari dopo le sei con una cinquantina di tramezzini farciti con prosciutto e formaggio.
Ovviamente io rimango una privilegiata, perchè in ogni caso non è la fame che mi spinge a cambiare paese.
Ma da ogni disavventura si può ricavare qualcosa, e io dal mio breve espatrio in Urguay ho avuto l'opportunità di scoprire un paesino magnifico, che sembra essersi fermato a 50 anni fa, dove le macchine si fermano per farti passare e la vita ha ancora ritmi umani. Uno sguardo superficiale si ferma a questa impressione di paese "arretrato", con un minimo di attenzione si scopre che l'economia Uruguayana ha superato quella argentina (il peso Urugayo vale più di quello Argentino), che le famose vacche degli asado argentini al momento vengono comprate in questo paese che ha una superficie più o meno equivalemte a quella della sola Buenos Aires, che lì stanno invertendo nelle energie rinnovabili.
Ma è un'altra la rivelazione Uruguaya: il presidente del paese ogni mese DONA il suo intero stipendio alla comnità, perchè sostiene di poter vivere benissimo con il solo stipendio della moglie.
E tu cerchi cerchi una democrazia che funzioni, e te la ritrovi per sbaglio in un paesino inesistente per i media e che creca in tutti i modi di non far parlare di sè.